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Storia dell’iridologia

Storia dell’iridologia

Un giorno un ragazzo ungherese di nome Ignatz von Peczeley, mentre stava cacciando fu costretto ad intraprendere una lotta con un  gufo e mentre lo guardava fisso negli occhi gli ruppe una gamba e simultaneamente vide apparire una riga nell’iride del gufo.

Ignatz von Peczeley

Ignatz portò il gufo a casa per curarlo e nel tempo vide che mentre la gamba guariva anche il segno nell’iride spariva.

Questo fatto lo colpì molto. Ignatz divenne un medico e durante il suo lavoro osservò l’iride dei suoi pazienti, fino a quando riuscì a disegnare la prima mappa dell’iride.

In Svezia quasi nella stesso periodo Nils Liljequist aveva messo in relazione  diverse pigmentazioni che apparivano sull’ iride con disturbi, infatti anche lui stesso, dopo essere stato medicato con grandi dosi di chinino, scoprì che i suoi occhi prima azzurri erano diventati di un colore giallo-verde.

Nils Liljequist

Peczely e Liljequist si conobbero a Budapest dove fecero amicizia e scambiarono le loro scoperte diventando così i pionieri dell’iridologia.

Dopo fu la volta di un pastore tedesco di nome Felke che nel 1912 lasciò il suo ministero religioso per dedicarsi solo ai malati. Così attraverso la sua fama anche fuori dalla Germania, l’iridologia cominciò a farsi conoscere anche in altri paesi.

La maggior parte delle persone che vanno dall’iridologo soffrono generalmente di disturbi di cui non riescono a capire la natura primaria con le normali analisi mediche.

Provate ad immaginare a chi sente vertigini, ansia, debolezza o periodi di stanchezza inspiegabile e i risultati di laboratorio sono tutti nella norma.

L’analisi dell’iride quindi può essere utile sia per il malato che per la persona sana, poiché si riescono ad individuare in tempo le debolezze congenite, ponendole in relazione ai disturbi fisici attuali, accompagnando il soggetto ad ottenere un miglior livello di salute.

L’analisi iridologica è utile per comprendere :

  • Costituzione organica;
  • Coefficiente di vitalità;
  • Condizioni degli organi (infiammazioni, irritazioni, etc.);
  • Stato di intossicazione organica e del sangue;
  • Localizzazione di depositi di farmaci e conseguenze iatrogene;
  • Localizzazione di depositi metabolici (colesterolo, muco);
  • Propensioni ereditarie;
  • Propensioni acquisite;
  • Deficienze nutrizionali;
  • Capacità di assimilazione dei nutrienti;
  • Ipoattività e iperattività di organi e ghiandole;
  • Effetti dello stress sull’intero organismo.

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